Scrivo e vivo di acqua, parole e silenzio. Ci sono stagioni che trascorro completamente sott’acqua. Perché a volte è dal fondale che si vede meglio la luce.
bookSono nata in una terra dove, secondo antiche leggende, le Streghe si radunavano sotto un noce, innalzando canti alla luna, intorno al fuoco ardente. Da piccola le vedevo davvero danzare, le janare, mentre ero a letto e all’ora dei sogni restavo sveglia, tra scintille e visioni. Da Benevento sono andata via quando avevo tre anni, per trovare la mia terra, il Salento. Qui sono cresciuta, tra Lecce, San Cesario, Otranto e Gallipoli, e ho iniziato ad amare il mare. Poi ho scoperto Ruvo di Puglia e l’Alta Murgia. A casa mia ho respirato il profumo delle tradizioni campane, e io ho imparato ad amare quelle pugliesi: con l’occhio di chi guarda tutto per la prima volta e riesce stupirsi, ogni volta. Dell’estranea che si lascia coinvolgere sentendosi a casa, per un incantevole spazio lungo quanto un respiro profondo, che ti aggiusta il tempo dell’anima. Ben presto, mi sono accorta di avere il mare dentro, in ogni stagione. Resto con un perenne senso di non-appartenenza: subisco profonde fascinazioni e nulla mi appartiene. Amo l’idea della bellezza, ovunque. E nel Salento c’è una luce così bella che si spalma sulle cose e sui volti …Ogni mezzogiorno barocco sfalda i contorni delle cattedrali e ogni notte di luna su specchi di mare incastonati tra la sabbia e la roccia, diventa beatitudine. Io ho solo una penna con me, ma so che tutte le parole che scriverò le dedicherò in segreto al mio Sud, che non sa comprendermi, lasciandomi piangere lacrime salate, ma nonostante tutto sa amarmi, a suo modo. Anche a questo serve restare.
Elisa, giornalista e ghost writer, decide di rifugiarsi sull’isola greca di Leucade, per ritrovare se stessa. Ha lasciato il suo lavoro di giornalista nella bella città di Lecce, dove da molti anni era un volto noto dell’emittente locale più seguita. Perennemente in corsa: così l’abbiamo conosciuta ne “Le amiche imperfette”, ora la ritroviamo affacciata a guardare il mare, mangiando lo tzatziki sulla fetta di pane. Qualcosa è accaduto nella sua vita che ha scoperchiato il vaso di Pandora, qualcosa che le ha fatto perdere l’innocenza e con cui la donna si confronterà nel corso di un’estate che segnerà la sua vita per sempre. Alta e bassa marea si susseguono: l’isola diventa luogo di incontri inattesi e ritorni. Con la salsedine incollata alla pelle, Elisa viaggia nel desiderio e nella memoria, mentre l’acqua sale di livello a coprire tutta la terra per far galleggiare la barchetta di una bambina innamorata del suo papà.
#lestagionidelviaggio
“Esiste solo la resa a qualcosa di più forte: un desiderio...” Una storia di vite che s’incontrano, stringono patti di alleanza, si perdono, si cercano ancora. Un’aspirante scrittrice e una giornalista, diventata per caso una ghostwriter, sono unite da un libro che racchiude un segreto. E intanto, sulle frequenze di RadioLecce103, di notte, una voce libera guarda vivere la Città e slaccia parole che sono schegge di verità…
#leamicheimperfette
“Siamo tutte così diverse, eppure tutte così uguali nel nostro unico, vero inconfessato bisogno: essere accolte. Speriamo che gli altri capiscano, senza che ci sia bisogno di parlare, invece il più delle volte questo non accade e restiamo mute, con il nostro groviglio di dissapori nella pancia, che ci fa male più di un attacco di colite.”
#donneinapnea
“Geografie minime” di Maria Pia Romano, Il Grillo Editore, è una raccolta di poesie e piccole prose, dedicata ai luoghi dell’anima. C’è il Salento con Gallipoli, Otranto, Santa Maria al Bagno e Santa Caterina, c’è l’Alta Murgia con il Castello di Federico e Ruvo di Puglia, c’è il Sannio. Ci sono luoghi che sono poesia e ci sono poesie che diventano luoghi, per chi sa sentire. Per chi non sa mentire.
#geografieminime
La giovane scrittrice salentina (d'adozione) ti trascina in profondità, ti scuote, a rischio di farti fuggire, ti spinge lì dove non vorresti osare. Giù in fondo a (ri)scoprire il sentimento dell'amore, in un abbraccio con la terra, rossa, ma in realtà blu
Bruno Luverà - www.tg1.rai.it
Maria Pia Romano racconta storie dal sapore intimo, fatte di emozioni forti, intense, vissute, mai urlate. Semmai sussurrate, come portate sulle ali di una brezza che spira dal mare, quel mare che rivive nell’immaginario dell’autrice e fà da testimone a quadri che sgorgano dalla penna con tratti precisi.
Giuseppe Pascali - www.lagazzettadelmezzogiorno.it
L’autrice riesce, con una scrittura limpida ma anche densamente evocativa, a rapire il lettore e a fargli condividere le oscillazioni dell’animo della sua protagonista.
Antonella Lippo - www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Scrittrice versatile, dotata di grande umiltà e intelligenza,Maria Pia Romano racconta l’amore e la pugliesità attraverso la soave melodia della sua scrittura che riesce ad attirare il lettore, tenendolo incollato fino all’ultima pagina. racconta l’amore e la pugliesità attraverso la soave melodia della sua scrittura che riesce ad attirare il lettore, tenendolo incollato fino all'ultima pagina.
Gianpaolo Balsamo - www.lagazzettadelmezzogiorno.it
“Poesia che incontra gli elementi della natura, parole che pesano come un bilancino granelli infinitesimi di verità, immagini pennellate come acquerelli. È un caleidoscopio di paesaggi, forme geometriche, viaggi, labirinti, memorie…”
Daniela Pastore - www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Maria Pia Romano ti trascina nelle profondità del sogno, del desiderio inespresso, ti fa mancare il respiro, per poi respingerti velocemente in superficie. Girandole di parole. Giri pagina e respiri, ti fermi a pensare, ricominci a leggere. Un libro di onde, marine, dell’anima. Onde che ti sollevano dal rifugio e dalla nicchia che ti costruisci, onde di vita.
TG1 - www.tg1.rai.it
"Se dovessi rintracciare delle coordinate per questa narrazione, le individuerei in Seta di Alessandro Baricco e Neve di Maxence Fermine: soprattutto per l'evanescenza delle atmosfere, per quel continuo slittamento da sensazione a sensazione, e poi anche per la rarefazione lessicale che in qualche tratto diventa vaporosa...”
Antonio Errico - www.quotidianodipuglia.it
È qui, nella capacità di rendere con le parole sentimenti difficili, che si trova tutta la bravura della scrittrice.” perché il piacere si gusta nello sciogliersi delle frasi.
Laura Mangialardo - www.quisalento.it
"In Dimmi a che serve restare la questa storia ritorna prepotente l’amore centrale nella vita, che non è quello per un uomo, ma il detonatore che accende ogni mattina gli occhi per vivere un nuovo giorno.”
Claudia Presicce - www.quotidianodipuglia.it
E mentre tutto scorre, e le pagine velocemente si assottigliano non si può restare che rapiti e affascinati. Ci si commuove. Maria Pia Romano con delicatezza ci porta alla chiusura del cerchio, al riscatto, al chiarimento. È emozionante, ed emozionarsi è sempre una cosa positiva.
Grazie Ippedico - www.ruvoviva.it
Arrivare all’ultima pagina e intristirsi, perché la lettura è andata avanti davvero troppo spedita; ma forte è la curiosità che spinge gli occhi verso il rigo successivo. Fino alla fine.
Valentina Nuzzaci - www.lagazzettadelmezzogiorno.it
“Nella trama de L’anello inutile si sposano approdi mitologici con carovane di conchiglie e paure da vincere. Si legano gli occhi di un uomo, una gonna da gitana, una profondità smisurata, tutto di color indaco, misterioso. Si celebrano matrimoni di profumi, si legano i fili di un brioso aquilone, si incontrano le note di un pentagramma, in un concerto di stupore.”
Rosita Serra - www.quisalento.it
Brilla un amore discreto, reso fulgido da un suono interiore, perché basta che gli amanti galleggino nel mistero della felicità, senza parlare. Soprattutto quando si ha un “cuore che sa di asfalto e di preghiera”, come cantano i Negramaro.
Michele De Feudis - www.corrieredelmezzogiorno.corriere.it
“Una storia contemporanea, una donna coraggiosa, proiettata nel vortice di una vita precaria, affannosa, accelerata. La scelta di cambiare, lasciandosi andare, alla forza primordiale della vita. Alba, la protagonista del romanzo di Maria Pia Romano, fa della sua fragilità un fattore di forza.”
Bruno Luverà - www.tg1.rai.it
Ancora una poesia d’amore. Ancora un altro amore. Perché non c’è mai nulla, non ci può essere mai nulla, fuori o senza quell’amore che si avverte sulla pelle, nelle vene, nella mente, che cattura ogni momento, che fa fremere e aspettare, che richiama, che trascina, che abbandona, che condanna al naufragio e che poi salva anche portando alla deriva.
Antonio Errico - www.quotidianodipuglia.it