Elisa, giornalista e ghost writer, decide di rifugiarsi sull’isola greca di Leucade, per ritrovare se stessa. Ha lasciato il suo lavoro di giornalista nella bella città di Lecce, dove da molti anni era un volto noto dell’emittente locale più seguita. Perennemente in corsa: così l’abbiamo conosciuta ne “Le amiche imperfette”, ora la ritroviamo affacciata a guardare il mare, mangiando lo tzatziki sulla fetta di pane. Qualcosa è accaduto nella sua vita che ha scoperchiato il vaso di Pandora, qualcosa che le ha fatto perdere l’innocenza e con cui la donna si confronterà nel corso di un’estate che segnerà la sua vita per sempre. Alta e bassa marea si susseguono: l’isola diventa luogo di incontri inattesi e ritorni. Con la salsedine incollata alla pelle, Elisa viaggia nel desiderio e nella memoria, mentre l’acqua sale di livello a coprire tutta la terra per far galleggiare la barchetta di una bambina innamorata del suo papà.
“Esiste solo la resa a qualcosa di più forte: un desiderio...” Una storia di vite che s’incontrano, stringono patti di alleanza, si perdono, si cercano ancora. Un’aspirante scrittrice e una giornalista, diventata per caso una ghostwriter, sono unite da un libro che racchiude un segreto. E intanto, sulle frequenze di RadioLecce103, di notte, una voce libera guarda vivere la Città e slaccia parole che sono schegge di verità…
“Siamo tutte così diverse, eppure tutte così uguali nel nostro unico, vero inconfessato bisogno: essere accolte. Speriamo che gli altri capiscano, senza che ci sia bisogno di parlare, invece il più delle volte questo non accade e restiamo mute, con il nostro groviglio di dissapori nella pancia, che ci fa male più di un attacco di colite.”
“Geografie minime” di Maria Pia Romano, Il Grillo Editore, è una raccolta di poesie e piccole prose, dedicata ai luoghi dell’anima. C’è il Salento con Gallipoli, Otranto, Santa Maria al Bagno e Santa Caterina, c’è l’Alta Murgia con il Castello di Federico e Ruvo di Puglia, c’è il Sannio. Ci sono luoghi che sono poesia e ci sono poesie che diventano luoghi, per chi sa sentire. Per chi non sa mentire.
“DIMMI A CHE SERVE RESTARE”, Il Grillo editore, è il nuovo romanzo di Maria Pia Romano. Una storia d’amore e di mare, il canto di un’assenza, che si snoda attraverso gli occhi di un figlio, di un padre, di due donne, dall’estate 2005 all’autunno 2015. Un romanzo ambientato nel Salento, che con i suoi colori e la sua musica, diventa un luogo dell’anima dei personaggi, anime inquiete in cerca di risposte. Che la vita dà solo quando smetti di chiedere.
Davide è stato per Alba la rivelazione della pulsante voce della vita, la scoperta dell’amore che s’incide sulla pelle, per la prima volta. Nel trascorrere degli anni lei ha cercato di scacciare l’immagine inopportuna di un volto riemergente dal passato, è diventata una donna decisa e brillante: un ingegnere capace di spiegare ai suoi studenti il mondo dei motori disegnando alla lavagna curve perfette come il suo grembo, tenero portatore di nuova vita. Nell’attesa, Alba sfoglia le pagine della sua esistenza: l’infanzia chiusa nel cerchio perfetto della sua casa, gli anni a Ruvo di Puglia, poi il trasferimento nel Salento, la dedizione allo studio, le oscillazioni dell’animo. E lo sguardo innamorato di Filippo, il suo presente. Cos’è l’amore? Il calore della sicurezza che accarezza e non delude? Oppure la sottile incertezza che sa infiammarsi di passione, facendo invertire la rotta all’improvviso? Le grandi storie come questa possiedono la forza per navigare in un mare di parole.
Dimmi a che serve restare di Maria Pia Romano – Il Grillo Editore. In libreria – La presentazione di Liberrima Lecce. “Sono qui a raccontare una storia come tante, una storia d’amore. Perché me lo hai insegnato tu, siamo tutti il grande amore di qualcuno. Io sarò il tuo, per tutta la vita.”
«Non era nuda abbastanza se non scioglieva i capelli. Lui la obbligava a farlo, ogni volta».
Davide è stato per Alba la rivelazione della pulsante voce della vita, la scoperta dell’amore che s’incide sulla pelle, per la prima volta. Nel trascorrere degli anni lei ha cercato di scacciare l’immagine inopportuna di un volto riemergente dal passato, è diventata una donna decisa e brillante: un ingegnere capace di spiegare ai suoi studenti il mondo dei motori disegnando alla lavagna curve perfette come il suo grembo, tenero portatore di nuova vita.